Aumentare l’efficienza energetica di un edificio, ossia sfruttare l’energia nel miglior modo possibile, fa sì che l’immobile aumenti di valore, mentre i consumi diminuiscono, rendendo l’ambiente meno inquinato. Più un edificio è in grado di sfruttare l’energia in modo ottimale e inferiore sarà il suo impatto in termini di inquinamento ambientale ed atmosferico. Quindi, fino a quando sarà possibile ottenere l’Ecobonus converrà investire nell’efficientamento energetico.
Se l’edilizia sostenibile rispetto la tradizionale, prevede costi di costruzione o di ristrutturazione più alti, c’è da tener presente che assicura sicuramente l’aumento di valore dell’immobile, e quindi canoni più alti e una riduzione dei tempi di vendita. Si ricorda poi che con le detrazioni irpef, più del 50% della spesa ci ritorna!
Per le nostre case i tipi di interventi possibili sono di due tipologie: interventi più invasivi come la sostituzione degli infissi per ridurre le perdite di calore, l’installazione di un impianto solare per scaldare l’acqua sanitaria, ottimizzare l’accensione e lo spegnimento degli apparecchi elettronici, attraverso la domotica; interventi meno invasivi sulla struttura, ma immediatamente efficaci, come la sostituzione di tutte le vecchie lampadine con moderne lampade a led.
La normativa europea di riferimento è la Direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica, per la quale è in studio dal 2016 l’aggiornamento ad una nuova versione che fissi i nuovi obiettivi del settore fino all’anno 2030.
Per poter calcolare i potetici interventi da introdurre per realizzare un minore impatto ambientale e un maggiore livello di efficienza, si prevede la valutazione dei comportamenti adottati nel passato e la conoscenza del tipo di consumi e spese a cui si andrà incontro, nonché le aree in cui intervenire tempestivamente e al meglio.