Il Coronavirus ha cambiato le abitudini degli italiani, anche in materia di mobilità. In questo periodo di emergenza Covid, l’auto personale è vista come ambiente sicuro e non contaminato perchè, assicura distanziamento sociale e isolamento, e sarà insieme a moto e scooter la soluzione più sicura per viaggiare in città e anche fuori, evitando treni affollati e mezzi pubblici.
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Infatti, da un’indagine svolta da Bain & Company, società di consulenza, per ANIASA – Confindustria, l’associazione dei noleggiatori, emerge proprio l’aspetto che l’auto, è il mezzo più utilizzato perchè risponde alle esigenze di riservatezza e isolamento.
Il 60-70% degli spostamenti nel nostro Paese avviene in auto, solo il 20-30% circa tramite il trasporto pubblico.
Il declino del trasporto pubblico
Il coronavirus ha cambiato radicalmente il modo di spostarsi a bordo di treni, autobus, pullman e tram.
La paura vissuta dagli intervistati, evidenzia che gli standard di spostamenti pre pandemia torneranno a essere normali non prima di un anno.
Il maggior timore riguarda il Trasporto Pubblico e l’uso dei taxi, per il primo, il 70% del campione dichiara di non volerlo utilizzare, per il secondo il 47% dice di non utilizzarlo, anche perchè il costo elevato li relega a un uso occasionale.
La frenata del car sharing e l’incremento della sharing mobility
Nel post lockdown, in Italia come in tutto il mondo è crollato l’utilizzo anche dei servizi di sharing o flessibili, un pò per le preoccupazioni di carattere sanitario, un pò per l’incremento del telelavoro.
Tuttavia, si è diffusa l’abitudine di spostarsi in bicicletta, monopattino o a piedi; una piccola rivoluzione di cui istituzioni e aziende dovranno tenere conto per ridisegnare la mobilità del futuro.